VARICOCELE E FERTILITÀ MASCHILE

Il varicocele è una patologia che consiste nella dilatazione delle vene dello scroto, rendendo complicata l’ossigenazione del sangue venoso che raggiunge i testicoli. Questo fenomeno comporta un ristagno di sangue venoso che non possiede la giusta quantità di sostanze nutritive utili per la formazione di spermatozoi in grado di fecondare.

Nello specifico, quando le vene si dilatano, comportano l’innalzamento della temperatura a livello del testicolo, che incide sulla produzione di spermatozoi. In tal caso, la temperatura che aumenta crea alterazioni nella funzionalità, nel numero e nella consistenza degli spermatozoi. Il liquido seminale potrebbe quindi non risultare adatto alla fecondazione dell’ovocita.

Come misura preventiva, nell’eventualità in cui si debba ricorrere ad un intervento chirurgico, o ci sia una situazione clinica in netto peggioramento, è consigliabile la crioconservazione del liquido seminale per preservare la fertilità e la motilità degli spermatozoi.

In generale, la correzione del varicocele nella coppia infertile è una procedura efficace e mini-invasiva che può ripristinare la fertilità naturale o migliorare i risultati delle tecniche di fecondazione assistita.

Il mio consiglio è di effettuare un controllo accurato ed esami specifici per diagnosticare e risolvere questo problema.

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QUALI SONO GLI ALIMENTI CHE FAVORISCONO LA FERTILITÀ?

Sono sempre più numerose le coppie che seguo durante il viaggio alla ricerca della gravidanza.

È un viaggio che spesso necessita di piccole attenzioni e adeguate informazioni.

Tra queste, vorrei fornirvi una lista dettagliata di alimenti che possono favorire il concepimento.

  • Verdura: almeno una porzione ad ogni pasto, cruda o cotta. La varietà nella scelta permette di introdurre correttamente i sali minerali, le vitamine e gli antiossidanti necessari per l’organismo. Le verdure a foglia verde scuro sono quelle maggiormente ricche di acido, folico importante soprattutto per la donna per raggiungere i fabbisogni giornalieri prima del concepimento.

  • Frutta: circa due-tre frutti di medie dimensioni. La frutta andrebbe consumata con la buccia (ben lavata). Privilegiare quella ricca di vitamina C come arance e altri agrumi.

  • Riso, pasta e pane integrali in alternativa ai corrispettivi raffinati. Carboidrati complessi andrebbero consumati ad ogni pasto. I prodotti integrali sono particolarmente indicati perché ricchi di zinco, un nutriente essenziale per il benessere degli spermatozoi e degli ovociti.

  • Pesce (fresco o surgelato): è consigliabile consumarlo, nelle dosi prescritte, almeno tre volte alla settimana preferibilmente cucinato alla griglia, al forno, al vapore o arrosto. Ricco di omega 3 e zinco, è importante sia per il benessere degli ovociti che per il benessere degli spermatozoi e per la salute del cuore.
  • Carne: manzo, vitello, vitellone, pollo, coniglio, tacchino, lonza di maiale, cavallo, scelte nelle parti più magre e private del grasso visibile. Cucinate alla griglia, arrosto, bollito, al forno o anche in umido, purché il tutto venga cucinato senza far friggere i condimenti. La carne è un’importante fonte di ferro ed è bene assumerla almeno 3 volte alla settimana.
  • I legumi (ceci, fagioli, piselli, fave, ecc.) sono un’importante fonte di proteine vegetali (possono pertanto essere considerati dei veri e propri secondi piatti) da preferire a tutti gli alimenti ricchi di proteine. Si consiglia di consumarli in associazione ai cereali (2-3 volte alla settimana) componendo così dei piatti unici.
  • Formaggi da consumare come secondo, al posto di carne (2 volte a settimana) o due uova (1 volta a settimana). 100 g di formaggi freschi come mozzarella, certosino, scamorza fresca, caciottine fresche, o 50 g di formaggi stagionati come il Grana Padano DOP che è possibile consumare anche giornalmente grattugiato (1 cucchiaio è pari a 10 g) per condire pasta, riso e verdure. Il Grana Padano è un concentrato di latte, ma ha meno grassi del latte fresco intero con cui è fatto perché durante la lavorazione è parzialmente decremato per affioramento naturale. È grazie a questa caratteristica produttiva che si riduce la presenza di grassi saturi rendendolo un formaggio adatto all’uso quotidiano in molte diete.
  • Uova: il loro consumo è importante, ma non deve essere superiore a due uova la settimana, compreso il loro utilizzo per la preparazione di altri piatti. Cucinate sode, alla coque, in camicia o strapazzate con verdure o pomodoro.
  • Affettati: la scelta va limitata al consumo di quelli più magri (prosciutto cotto, crudo, bresaola, speck, arrosto di tacchino e pollo) privandoli del grasso visibile nelle quantità consentite nella dieta senza superare le due volte la settimana.
  • Latte e i suoi derivati quali importante fonte di calcio e di vitamina D. È importante ricordare che, oltre ad essere assunta con la dieta, la vitamina D può anche essere sintetizzata dal nostro organismo. Per favorire una sintesi ottimale di vitamina D occorre un’esposizione alla luce del sole moderata ma giornaliera, pari a circa 20’ nel periodo invernale e 10’ nel periodo estivo (evitando le ore più calde e le ore centrali della giornata).
  • Bere almeno 1,5 litri di liquidi al giorno.
  • Olio extravergine d’oliva a crudo, aggiunto alle pietanze col cucchiaio e con moderazione.

I consigli dietetici forniti sono puramente indicativi e non debbono essere considerati sostitutivi delle indicazioni della specialista, in quanto alcuni pazienti possono richiedere adattamenti della dieta sulla base della situazione clinica individuale.

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QUALI SONO I FATTORI CHE INFLUNZANO LA FERTILITÀ MASCHILE?

L’infertilità maschile nel 90% dei casi è legata ad alterazioni nel processo della spermatogenesi; nella rimanente percentuale si possono invece individuare dei difetti nel trasporto dello sperma e alterazioni a livello delle ghiandole accessorie del tratto genitale maschile (6%), disturbi erettili (2%), disturbi eiaculatori (1%), nonchè alterazioni funzionali riguardanti lo sperma e il coito (1%).

Qualora sia presente il fattore di infertilità maschile, è possibile valutarlo nella quasi totalità dei casi con il riscontro di valori anormali nell’esame del liquido seminale (spermiogramma).

QUALI POSSONO ESSERE LE CAUSE DI INFERTILITÀ MASCHILE?

  • Malattie ipotalamo-ipofisarie 
  • Disfunzioni eiaculatorie: ad esempio l’eiaculazione retrograda, attraverso cui lo sperma viene immesso direttamente nelle urine
  • Malformazioni (AVSD, criptorchidismo)
  • Cause immunologiche
  • Infezioni del tratto genitale (prostatiti, uretriti, epididimiti)
  • Danno testicolare (orchiti, traumi, torsione)
  • Varicocele 
  • Idiopatiche
  • Fumo di sigaretta
  • L’obesità
  • Malattie genetiche

Alle cause più note di infertilità, oggi si aggiunge l’influenza dell’alimentazione e dell’inquinamento.

È proprio nei paesi industrializzati e più sviluppati che è stata riscontrata una riduzione più significativa dei parametri del liquido seminale, compresa la motilità degli spermatozoi.

L’aumentata esposizione ad una serie di sostanze nocive quali polveri sottili, piombo ed ossido di carbonio presenti nell’aria e in molti cibi, può portare ad una aumentata concentrazione delle stesse a livello testicolare, con conseguente riduzione della concentrazione e della qualità degli spermatozoi.

L’alimentazione influenza la fertilità attraverso vari meccanismi. Per esempio, l’assorbimento di alcune sostanze che si accumulano durante il metabolismo può influenzare il sistema ormonale, interferire con la maturazione degli spermatozoi e infine favorire l’infertilità maschile.

Molta attenzione va rivolta anche all’aumento del peso corporeo, soprattutto nei giovani e nei bambini.

L’obesità determina un anormale livello di ormoni riproduttivi, un aumento del rilascio di ormoni dal tessuto adiposo ed altri problemi fisici tra cui anche un aumento della temperatura scrotale.

La maggiore frequenza di malattie a trasmissione sessuale è uno dei fattori che hanno determinato un aumento della prevalenza di infertilità nel corso degli anni.

Questo fenomeno è dovuto all’aumentata frequenza di rapporti sessuali con partner diversi e senza opportuna precauzione.

Molti sono i microrganismi che possono causare infezioni delle vie genitourinarie che spesso decorrono in maniera paucisintomatica o del tutto asintomatica e per tale motivo non vengono adeguatamente riconosciute.

Ne risulta quindi una cronicizzazione dell’aspetto infettivo infiammatorio con coinvolgimento progressivo delle varie ghiandole sessuali accessorie maschili.

Da tempo si discute se esista un nesso tra l’uso del telefono cellulare e la scarsa qualità del liquido seminale.

Alcune ricerche hanno mostrato un’influenza negativa delle onde elettromagnetiche sugli spermatozoi, in quanto determinano una diminuzione delle motilità e della vitalità nemaspermica all’aumentare della durata dell’esposizione.

È emerso in particolare che gli spermatozoi esposti a queste onde aumentano la produzione di radicali liberi dell’ossigeno (ROS).

Si stabilisce così una iperproduzione di ROS con conseguente aumento dello stress ossidativo, vera causa del danno.

Il consumo eccessivo di alcool tende a ridurre la sintesi di testosterone e ad accelerare il suo metabolismo; ciò può determinare disfunzione erettile, riduzione del grado di androgenizzazione e infertilità, alla cui insorgenza contribuisce il danno sulle cellule di Sertoli.

Diversi studi in vivo in vitro hanno evidenziato che la marijuana ha un ruolo molto incisivo nel danneggiamento dell’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi, della spermatogenesi e delle funzioni spermatiche (motilità, capacitazione, reazione acrosomiale), in quanto i recettori per gli endocannabinoidi e per i cannabinoidi sono presenti nell’area dell’ipotalamo adibita alla produzione del Gnrh (ormone che stimola la crescita delle gonadi), sulle cellule testicolari (cellule del Sertoli, cellule di Leydig) e sugli spermatozoi.

In conclusione possiamo affermare che la salute riproduttiva dipende da molti fattori: uno o più comportamenti a rischio possono aumentare le probabilità di incorrere in problematiche di infertilità, ma di certo non possiamo attribuire a uno solo di questi fattori la causa di una situazione di sterilità.

Certo è che, come abbiamo visto, esistono molti comportamenti che possono essere evitati per non inficiare la salute riproduttiva.

Informarsi su quali possono essere i fattori di rischio di infertilità e attuare comportamenti ragionevoli e moderati sono sicuramente le strategie migliori per non danneggiare se stessi sotto tutti i punti di vista, incluso quello della fertilità.

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QUALI SONO I FATTORI CHE INFLUNZANO LA FERTILITÀ FEMMINILE?

L’infertilità femminile può essere dovuta ad impossibilità ad avere rapporti sessuali e, in tal caso, l’origine può essere psicogena o derivante da malformazioni dell’apparato genitale, oppure è dovuta ad impossibilità a concepire.

In quest’ultimo caso l’infertilità può dipendere da cause sia genitali che extragenitali che hanno danneggiato la funzione riproduttiva.

Si considera in tal senso il fattore endocrino, tubarico, uterino, endometriale, cervicale, vaginale ed immunologico.

  • DISFUNZIONE ENDOCRINA: almeno il 30-40% delle sterilità femminili sono dovute ad una disfunzione endocrina, la cui espressione più tipica è la mancanza di ovulazione (infertilità anovulatoria), seguita da un’alterata funzione del corpo luteo o da una secrezione ormonale patologica;
  • FATTORE TUBARICO: il 33% circa dei casi di infertilità femminile è dovuto ad alterazioni congenite o acquisite a carico delle tube di Falloppio. Alterazioni a questo livello disturbano la normale funzione di trasporto degli ovociti, degli spermatozoi o degli embrioni lungo le tube;
  • FATTORE UTERINO: il fattore uterino viene riscontrato solo nel 5-10% dei casi di infertilità femminile e può essere di carattere congenito o acquisito. Alterazioni della cavità uterina ostacolano l’annidamento dell’embrione e lo sviluppo del feto, impedendo l’inizio e il proseguimento della gravidanza;
  • FATTORE CERVICALE: rappresenta il 2% delle cause femminili di infertilità. Il difetto risiede e livello del collo dell’utero e spesso si manifesta come un’incapacità a produrre un normale muco cervicale, nelle quantità e caratteristiche idonee. Altre volte invece si possono trovare nella cervice degli anticorpi anti-spermatozoo che sono della vagina;
  • ENDOMETRIOSI: è rappresentata dalla presenza di cellule in grado di immobilizzare gli spermatozoi stessi, anche in presenza di una quantità e di una consistenza normali del muco cervicale;
  • FATTORE VAGINALE: una delle cause più frequenti è data dalla presenza di setti trasversali; in una minoranza di casi si può assistere all’agenesia totale o parziale endometriale in sedi che non siano la superficie interna della cavità uterina. Queste cellule possono essere presenti a livello ovarico (dove formano delle vere e proprie cisti), tubarico o intestinale. Ne consegue una riduzione e una degenerazione ovocitaria;
  • CAUSE IMMUNOLOGICHE: La presenza di anticorpi non-self ( estranei) che ostacolano l’incontro fra ovocita e spermatozoo e l’attecchimento embrionario;
  • CAUSE GENETICHE: Alterazioni cromosomiche (di numero o di struttura) a carico degli autosomi o cromosomi sessuali possono causare dei problemi nella funzione riproduttiva, aborti ricorrenti e malformazioni al feto.

Oggi il numero di coppie che scelgono di posticipare il proprio “progetto genitoriale” è in crescente aumento.

Le ragioni che stanno alla base di questa scelta sono:

  • Moderni stili di vita
  • Fattori socio-economici
  • Motivazioni lavorative
  • Livelli più alti di educazione
  • Scarsa conoscenza dell’irreversibilità dell’ “orologio biologico” femminile.

La fertilità nella donna inizia a calare dai 30-35 anni per poi ridursi drasticamente dopo i 38-40 anni.

Gli ultimi dati del Ministero della Salute riportano che 1 coppia su 6-8 ha un problema di infertilità e il 9% di donne infertili tra i 20 e i 44 anni.

Uno screening femminile dettagliato può sicuramente prevenire l’insorgenza di alterazioni o condizioni, a volte, irreversibili.

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COME SCEGLIERE L’EMBRIONE GIUSTO?

Fra i compiti dell’embriologo c’è, quello, molto importante, di valutare la qualità degli embrioni ottenuti con la fertilizzazione in vitro, per trasferire nell’utero quello migliore.

Tale approccio può aumentare in maniera importante la percentuale di successo del ciclo di Procreazione Medicalmente Assistita, riducendo il rischio di un mancato impianto dell’embrione nell’utero.

La valutazione della qualità e della funzionalità degli embrioni in passato era basata solo sull’osservazione diretta degli stessi al microscopio e faceva riferimento a scale di punteggio.

A essere prese in considerazione, in questo approccio, erano, e sono tutt’ora, l’aspetto degli embrioni e delle cellule che li costituiscono, le caratteristiche che esse hanno nel momento in cui si dividono per riprodursi e altre evidenze specifiche.

Valutando tutte queste variabili, a ciascun embrione può essere assegnato un punteggio che esprime la sua qualità e che, in un certo modo, fa prevedere la sua efficienza nell’impiantarsi e nel proseguire il suo sviluppo nell’utero.

I metodi usati in passato, però, non permettevano un’osservazione protratta, nè tantomeno continua, di tutte le fasi della replicazione delle cellule che costituiscono l’embrione, aspetto determinante per capire quanto esso è vitale.

Inoltre, ogni valutazione richiedeva la rimozione degli embrioni dal dispositivo nel quale erano conservati e ciò non era privo di rischi per gli embrioni stessi.

I progressi della ricerca e della tecnologia, in questo particolare campo, hanno portato alla messa a punto di strumenti che supportano gli embriologi nel delicato compito della selezione degli embrioni.

Da una parte, infatti, sono state realizzate apparecchiature nelle quali vengono raccolte immagini, con piccolissime telecamere e con una frequenza molto elevata, di embrioni mantenuti nei loro ambienti di conservazione.

Questa tecnica, chiamata in inglese “time lapse”, traducibile con intervallo di tempo, permette di costruire filmati che rappresentano la storia dello sviluppo di ciascun embrione, registrando tutte le fasi di replicazione delle cellule.

Tali registrazioni forniscono all’embriologo informazioni complete e approfondite sulle quali basare la valutazione della qualità degli embrioni. 

Questo sistema, a partire da caratteristiche dello sviluppo degli embrioni come il tempo di divisione delle cellule che li costituiscono, classifica automaticamente gli embrioni in base alla loro vitalità e fornisce un elemento in più all’embriologo per decidere quale o quali embrioni trasferire nell’utero.

Questi sistemi di avanguardia, pur non sostituendo la verifica dell’embriologo, la arricchiscono di informazioni su cui basare le decisioni.

Risulta sempre più importante avere un confronto con un embriologo, al fine di poter approfondire alcune dinamiche prettamente laboratoristiche.

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L’ASPETTO PSICOLOGICO DELL’INFERTILITÀ

I problemi che hanno a che fare con l’infertilità non riguardano solo il corpo.

Molto spesso, infatti, davanti a un mancato concepimento non vengono individuate con chiarezza le possibili cause.

L’infertilità è anche (e soprattutto), una ferita psicologica, la cui guarigione è spesso lenta e faticosa.

Il modo in cui ciascuno reagisce alla condizione di infertilità è estremamente individuale e dipende dalla personalità, dalla propria storia, dalle caratteristiche della relazione di coppia, dalla cultura in cui si è immersi, dal tipo di infertilità e dalle procedure terapeutiche.

È però evidente dalla clinica e dalle ricerche come la diagnosi di infertilità causi sempre delle reazioni emotive negative e dolorose.

Tra queste reazioni troviamo spesso depressione, calo di autostima, senso di colpa e di fallimento, ansia, pensieri ossessivi, stress e rabbia.

Davanti a una diagnosi di infertilità e durante i percorsi di procreazione assistita, il supporto psicologico è uno strumento prezioso per ridurre lo stress, gestire al meglio l’impatto dei trattamenti, esplorare e comprendere i propri vissuti e le proprie motivazioni, e fare, passo passo, scelte consapevoli.

Quando accade un mancato concepimento, il supporto psicologico può facilitare l’elaborazione del lutto, il superamento degli aspetti depressivi e la re-interpretazione della situazione, che può sfociare in scelte alternative come l’adozione o ripensare una vita senza figli, tutelando anche il legame di una coppia che si trova a ridefinire il suo progetto di vita.

Capire che non si è soli e non si è sbagliati è il primo, fondamentale, passo per superare la crisi legata all’infertilità, ritrovare le proprie risorse e aprirsi a nuove possibilità di vita.

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COME PROTEGGERE LA FERTILITÀ FEMMINILE

Se vuoi un figlio non aspettare troppo.

Soprattutto per le donne l’età è un problema serio.

Infatti, mentre gli spermatozoi vengono prodotti continuamente, le cellule uovo sono le stesse per tutta la vita e con il passare del tempo invecchiano.

Per questo motivo la fertilità delle donne diminuisce già dopo i 35 anni e ancor di più dopo i 40.

Con l’età, inoltre, aumenta il rischio di anomalie cromosomiche nel bambino, come ad esempio la Sindrome di Down (da un caso su duemila nelle ventenni a un caso su venticinque nelle donne di quarantacinque anni), e di malattie che colpiscono l’apparato riproduttivo femminile, come l’endometriosi o i fibromi uterini.

Con l’età aumenta il rischio di abortività e di complicanze ostetriche come il distacco di placenta, necessità di ricorrere al taglio cesareo, difficoltà di ossigenazione e nutrimento del feto.

Anche la Fecondazione Assistita non può fare miracoli: l’età degli ovociti condiziona molto il risultato.

Non ingrassare e non dimagrire troppo.

Può sembrare strano ma il peso (non solo l’obesità ma anche l’eccessiva magrezza), condiziona la fertilità.

Nelle riserve di grasso del corpo si accumula un ormone (androstenedione) che altera l’equilibrio ormonale e di conseguenza scompensa la regolazione delle mestruazioni, causando infertilità.

Le adolescenti obese hanno spesso le prime mestruazioni (menarca) presto, e possono in alcuni casi presentare una crescita anomala di peli sull’addome, sul viso e tra i seni.

Il flusso mestruale è irregolare, abbondante e prolungato, o al contrario può comparire amenorrea.

Le donne sottopeso soffrono di un’assenza di mestruazioni (amenorrea) che spesso è accompagnata da assenza di ovulazione, e in questo caso sono infertili.

Inoltre, nelle adolescenti l’eccessiva magrezza blocca lo sviluppo di tutti i caratteri sessuali come lo sviluppo del seno e la crescita di peli sul pube, e porta ad un ritardo nella comparsa della prima mestruazione.

Se sei un’adolescente stai attenta a tutti questi segnali: sono il campanello di allarme di una seria alterazione ormonale!

Per fortuna, però, recuperare il peso-forma, vuol dire nella maggior parte dei casi avere di nuovo cicli regolari e tornare ad essere fertili.

È importante che chi è infertile e ha problemi di peso, prima di sottoporsi a terapie specifiche, recuperi il proprio peso-forma: spesso è sufficiente.

Non fumare.

Le donne che fumano sono meno fertili, hanno un indice di fecondabilità (possibilità di concepire per ciclo) ridotta, e impiegano più tempo a restare incinte (in media più di un anno).

Il fumo, infatti, è dannoso per le ovaie femminili, perché le sostanze tossiche come la nicotina alterano la motilità tubarica ostacolando il trasporto degli ovociti e l’incontro con gli spermatozoi.

Inoltre, provoca la diminuzione della produzione di progesterone con alterazione del ciclo mestruale e modifica dell’endometrio, ostacolando l’annidamento dell’ovocita fecondato.

Il fumo, in aggiunta, ha conseguenze negative sulla gravidanza e sul feto. È associato ad un aumento di aborti spontanei, al rischio di parti pretermine e di gravidanze extrauterine e alla nascita di bambini con peso più basso della norma. Smettere di fumare è quindi molto importante.

Se vuoi un figlio, non fumare ti mantiene fertile, se sei già in gravidanza non fumare protegge la salute di tuo figlio.

Le coppie che soffrono di infertilità devono sapere, inoltre, che fumare riduce la possibilità di successo della Procreazione Medicalmente Assistita.

Stai attenta alle infezioni.

Le infiammazioni dell’apparato genitale femminile sono una delle cause più diffuse di infertilità.

Sono provocate da infezioni trasmesse attraverso i rapporti sessuali come la Sifilide, la Gonorrea e la Chlamydia (quest’ultima in particolare è molto insidiosa perché diffusissima e difficile da riconoscere in quanto spesso asintomatica).

L’infertilità è dovuta sia ad un effetto immediato in quanto l’infezione altera temporaneamente l’equilibrio chimico della vagina con conseguenze sulla sopravvivenza degli spermatozoi, sia ad un effetto a lungo termine qualora l’infezione sia risalita verso le tube provocandone la chiusura (occlusione tubarica).

Non bere alcol.

Bere alcol, anche in quantità non elevate, danneggia la salute riproduttiva.

Per la donna, che ha una capacità ridotta di metabolizzare l’alcol, la quantità di consumo giornaliero non deve superare 1 o al massimo 2 bicchieri di una qualsiasi bevanda alcolica.

L’alcol infatti, oltre alle conseguenze generali sulla salute, può causare una minore produzione di ormoni femminili (alterazione degli estrogeni).

Bere molto danneggia gli organi interni (soprattutto il fegato), rende le ossa fragili e meno compatte, e naturalmente provoca irregolarità mestruali (fino all’assenza di mestruazione) e infertilità.

Se assunto in gravidanza, infine, l’alcol ha conseguenze serie per il bambino, che va incontro a deficit cognitivi gravi e anche molto gravi, a seconda di quanto si è bevuto (sindrome feto-alcolica).

I danni sono oramai ben noti e riguardano soprattutto l’attenzione, la capacità di calcolo, l’apprendimento di nuove informazioni e comportamenti, l’adattamento sociale. Non bere: il danno è maggiore di quanto pensi, ha effetti che durano più di quanto immagini, e, se sei incinta, puoi compromettere seriamente l’intelligenza di tuo figlio.

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