Fertilizzazione in vitro e trasferimento
in utero di embrioni (FIVET)

Cos’è la FIVET?

La Fecondazione in Vitro (FIVET) è una tecnica che ha permesso dal 1978 ad oggi la nascita di più di un milione di bambini in tutto il mondo.
“In Vitro” significa letteralmente “fuori dal corpo”: l’ovocita e lo spermatozoo vengono messi a contatto in una piastra per colture cellulari in laboratorio.

In quali casi è indicata?

  • Danno tubarico: quando le tube sono danneggiate in maniera irreparabile, bloccate nella loro funzione, oppure assenti perché asportate chirurgicamente, la fertilizzazione in vitro è l’unica scelta percorribile.
  • Infertilità di natura inspiegata: rappresenta circa il 10% di tutte le forme di infertilità. In questi casi la FIVET fornisce anche una risposta fondamentale sulla capacità di ovocita e spermatozoi di fecondarsi e formare un embrione: fenomeno visibile solo in vitro.
  • Fallimento di precedenti tecniche di fecondazione assistita in vivo.
  • Infertilità maschile: quando le terapie convenzionali non consentono un miglioramento della situazione seminale è possibile ricorrere alla FIVET.
  • Endometriosi: dopo il fallimento di terapie mediche e chirurgiche o in presenza di problemi maschili associati.

Come viene effettuata la FIVET?

La FIVET prevede le seguenti fasi:

1) STIMOLAZIONE OVARICA
In un ciclo naturale generalmente matura un solo ovocita;
nella fecondazione in vitro bisogna riuscire a far crescere un giusto numero di ovociti maturi e di buona qualità.


È per questo motivo che diventa necessario stimolare l’ovaio e sostenere la crescita di più follicoli: ciò si ottiene utilizzando dei farmaci induttori dell’ovulazione (gonadotropine) da iniettarsi sottocute per un periodo di giorni variabile (generalmente 8 – 14 giorni).

Durante questo periodo si eseguono dei controlli ecografici e valutazioni ormonali per verificare l’andamento del ciclo.

Al momento opportuno si induce l’ovulazione somministrando HCG e dopo 34 – 36 ore si procede all’aspirazione dei follicoli ed estrazione degli ovociti

2) PRELIEVO OVOCITARIO
Il prelievo degli ovociti avviene per aspirazione transvaginale, sotto controllo ecografico. È preceduto da una profilassi antibiotica per prevenire il rischio di infezioni.

Un ago sottile attraversa una guida applicata sulla sonda ecografica vaginale e penetra nei vari follicoli aspirandone tutto il contenuto, che viene immediatamente osservato in laboratorio per identificare gli ovociti (non sempre tutti i follicoli contengono un ovocita).

Lo stesso giorno del prelievo ovocitario viene chiesto al partner maschile di raccogliere il liquido seminale, che viene poi trattato in modo da selezionare gli spermatozoi più idonei.

3) TECNICA DI FECONDAZIONE IN VITRO
Una volta recuperati, gli ovociti vengono esaminati e valutati nella loro maturità.

Dopo la preparazione del seme, un numero standard di spermatozoi mobili viene messo a contatto con ogni singolo ovocita in una piastra per coltura cellulare e, dopo aver aggiunto uno specifico terreno di coltura, vengono deposti all’interno di un incubatore a temperatura adeguata, simile a quella corporea, che riproduce fedelmente l’ambiente naturale.

In questo modo uno spermatozoo penetra da solo attraverso le membrane che avvolgono l’ovocita, così come avviene naturalmente.

4) COSA ACCADE DOPO LA FECONDAZIONE IN VITRO?
Il primo giorno: dopo circa 18 ore dall’inseminazione viene verificato se gli ovociti si sono fecondati.

Tecnicamente questo significa che per un breve periodo il materiale genetico materno e paterno sono entrambi visibili in quegli occhialini che corrispondono ai pronuclei.

Non sempre gli ovociti inseminati si fecondano: complessivamente la percentuale degli ovociti fertilizzati è di circa l’80%.

Il secondo giorno e i giorni successivi: dopo 48 ore dal prelievo ovocitario viene verificato quanti embrioni sono stati ottenuti; gli embrioni vengono classificati in base a vari parametri (numero e regolarità di cellule, velocità di crescita, presenza di frammenti nel citoplasma).

Gli embrioni possono essere trasferiti in seconda, in terza o in quinta giornata dopo la fecondazione. Questa decisione viene presa dal medico e dai biologi in base a diversi parametri.

Gli embrioni che arrivano al quinto giorno di coltura vengono denominati blastocisti e sono composti da circa 200 cellule; la coltura a blastocisti comporta una selezione spontanea degli embrioni che si traduce in un numero minore di embrioni che hanno però una percentuale maggiore di attecchimento.

5) IL TRANSFER EMBRIONARIO
Il trasferimento embrionario è una procedura del tutto ambulatoriale e non richiede alcun tipo di anestesia. Mediante uno speculum vaginale si visualizza il collo dell’utero e lo si deterge.

Uno o più embrioni vengono immersi in una goccia di terreno di coltura e caricati sotto osservazione microscopica all’interno di un catetere molto sottile e soffice.

La punta di questo catetere oltrepassa il collo dell’utero e raggiunge il fondo uterino dove uno o più embrioni vengono rilasciati dolcemente.

La paziente rimane sdraiata circa un’ora e può quindi riprendere le sue normali attività.

Nei giorni successivi si raccomanda comunque uno stile di vita tranquillo, evitando impegni fisici importanti.

Viene normalmente prescritta una terapia domiciliare a base di somministrazioni quotidiane di Progesterone: l’ormone che aiuta l’endometrio ad essere meglio preparato ad accogliere l’impianto dell’embrione.

FAQ

1) Si prova dolore durante la FIVET?

Nella maggior parte dei casi non si prova dolore. Si parla di sensazioni pari a quelle mestruali. Siccome ogni donna è diversa dalle altre, vi sono naturalmente donne più o meno sensibili al dolore.

2) Cos’è l’iperstimolazione?

È una situazione che si crea raramente in alcune donne che reagiscono in maniera “esagerata” alla stimolazione prescritta. È una condizione rara, ma non si può escludere del tutto che possa succedere. In donne con riserva ovarica scarsa non si verifica praticamente mai una situazione di iperstimolazione.

3) Bisogna essere a digiuno quando si effettua la FIVET?

Si, la paziente non dovrà fare colazione prima del prelievo ovocitario.

4) Bisogna fare l’anestesia totale per la FIVET?

Si tratta di una blanda sedazione che dura dai 10 ai 15 minuti, tempo necessario per effettuare il prelievo ovocitario.

5) C’è rischio di gravidanza gemellare con la FIVET?

Si perché solitamente sono trasferiti due o tre embrioni, per cui vi è la possibilità che possano attecchire in utero.

6) Devo stare a riposo dopo la FIVET?

Il giorno in cui avviene l’aspirazione degli ovociti è necessario stare a riposo. A partire dal giorno seguente puoi condurre la tua vita in maniera normale. Dopo il trasferimento degli embrioni è consigliabile stare a riposo per tre o quattro giorni.

7) Posso avere rapporti sessuali con il mio compagno/marito dopo la FIVET?

Se non hai dolori sì, ma con l’utilizzo del preservativo. Infatti non si è mai sicuri al 100% di riuscire ad aspirare tutti gli ovociti presenti, e ciò potrebbe comportare il rischio di fecondazione di un numero troppo elevato di ovociti.

8) Trasferite embrioni o blastocisti?

Dipende dal numero di embrioni a disposizione e dalla loro qualità. La decisione spetta all’Embriologo in accordo con la coppia.

9) Si possono congelare gli embrioni?

Sì, se la qualità lo permette. Devono essere congelati solo embrioni di ottima qualità, in quanto avranno buone possibilità di sopravvivenza durante il congelamento e lo scongelamento.

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