Iniezione intracitoplasmatica
dello spermatozoo (ICSI)

Cos’è la ICSI?

La ICSI (Iniezione Intracitoplasmatica Dello Spermatozoo) è una tecnica di microiniezione, messa a punto nella prima metà degli anni ’90, per risolvere gravi problemi d’infertilità maschile.

In quali casi è indicata?

  • Spermatozoi crioconservati (per pazienti con aneiaculazione dovuta anche ad handicap o a chemio/radio- terapia).
  • Eiaculazione retrograda (gli spermatozoi vengono recuperati dall’urina).

  • In tutti i casi di recupero chirurgico degli spermatozoi (TESE e MESA).

Come viene effettuata la ICSI?

La ICSI prevede le seguenti fasi:

1) STIMOLAZIONE OVARICA
In un ciclo naturale generalmente matura un solo ovocita;
nella fecondazione in vitro bisogna riuscire a far crescere un giusto numero di ovociti maturi e di buona qualità.

È per questo motivo che diventa necessario stimolare l’ovaio e sostenere la crescita di più follicoli: ciò si ottiene utilizzando dei farmaci induttori dell’ovulazione (gonadotropine) da iniettarsi sottocute per un periodo di giorni variabile (generalmente 8 – 14 giorni).

Durante questo periodo si eseguono dei controlli ecografici e valutazioni ormonali per verificare l’andamento del ciclo.

Al momento opportuno si induce l’ovulazione somministrando HCG e dopo 34 – 36 ore si procede all’aspirazione dei follicoli ed estrazione degli ovociti

2) PRELIEVO OVOCITARIO
Il prelievo degli ovociti avviene per aspirazione transvaginale, sotto controllo ecografico. È preceduto da una profilassi antibiotica per prevenire il rischio di infezioni.

Un ago sottile attraversa una guida applicata sulla sonda ecografica vaginale e penetra nei vari follicoli aspirandone tutto il contenuto, che viene immediatamente osservato in laboratorio per identificare gli ovociti (non sempre tutti i follicoli contengono un ovocita).

Lo stesso giorno del prelievo ovocitario viene chiesto al partner maschile di raccogliere il liquido seminale, che viene poi trattato in modo da selezionare gli spermatozoi più idonei.

3) TECNICA DI FECONDAZIONE IN VITRO
Una volta recuperati, gli ovociti vengono esaminati e valutati nella loro maturità.

Dopo la preparazione del seme, un numero standard di spermatozoi mobili viene messo a contatto con ogni singolo ovocita in una piastra per coltura cellulare e, dopo aver aggiunto uno specifico terreno di coltura, vengono deposti all’interno di un incubatore a temperatura adeguata, simile a quella corporea, che riproduce fedelmente l’ambiente naturale.

In questo modo uno spermatozoo penetra da solo attraverso le membrane che avvolgono l’ovocita, così come avviene naturalmente.

4) COSA ACCADE DOPO LA FECONDAZIONE IN VITRO?
Il primo giorno: dopo circa 18 ore dall’inseminazione viene verificato se gli ovociti si sono fecondati. Tecnicamente questo significa che per un breve periodo il materiale genetico materno e paterno sono entrambi visibili in quegli occhialini che corrispondono ai pronuclei.

Non sempre gli ovociti inseminati si fecondano: complessivamente la percentuale degli ovociti fertilizzati è di circa l’80%.

Il secondo giorno e i giorni successivi: dopo 48 ore dal prelievo ovocitario viene verificato quanti embrioni sono stati ottenuti; gli embrioni vengono classificati in base a vari parametri (numero e regolarità di cellule, velocità di crescita, presenza di frammenti nel citoplasma).

Gli embrioni possono essere trasferiti in seconda, in terza o in quinta giornata dopo la fecondazione. Questa decisione viene presa dal medico e dai biologi in base a diversi parametri.

Gli embrioni che arrivano al quinto giorno di coltura vengono denominati blastocisti e sono composti da circa 200 cellule; la coltura a blastocisti comporta una selezione spontanea degli embrioni che si traduce in un numero minore di embrioni che hanno però una percentuale maggiore di attecchimento.

5) IL TRANSFER EMBRIONARIO
Il trasferimento embrionario è una procedura del tutto ambulatoriale e non richiede alcun tipo di anestesia.

Mediante uno speculum vaginale si visualizza il collo dell’utero e lo si deterge.

Uno o più embrioni vengono immersi in una goccia di terreno di coltura e caricati sotto osservazione microscopica all’interno di un catetere molto sottile e soffice.

La punta di questo catetere oltrepassa il collo dell’utero e raggiunge il fondo uterino dove uno o più embrioni vengono rilasciati dolcemente.

La paziente rimane sdraiata circa un’ora e può quindi riprendere le sue normali attività.

Nei giorni successivi si raccomanda comunque uno stile di vita tranquillo, evitando impegni fisici importanti.

Viene normalmente prescritta una terapia domiciliare a base di somministrazioni quotidiane di Progesterone: l’ormone che aiuta l’endometrio ad essere meglio preparato ad accogliere l’impianto dell’embrione.

FAQ

1) Bisogna assumere i farmaci ad orari fissi?

A seconda del trattamento, ti indicherò come assumere i farmaci e gli orari di preferenza.

2) Gli ormoni che si somministrano durante la stimolazione possono avere effetti collaterali?

Questi ormoni sono gli stessi che vengono prodotti in maniera naturale, per cui non esistono effetti collaterali. Si può presentare ritenzione di liquidi o qualche piccolo disturbo.

3) Posso ottenere una gravidanza se il mio compagno non ha spermatozoi nell’eiaculato?

Sì, attuando una biopsia testicolare si possono ottenere spermatozoi del testicolo e con l’ICSI si inseminano gli ovociti.

4) Con la tecnica ICSI ho possibilità di gravidanza maggiori rispetto alla FIVET?

No, la scelta della tecnica viene effettuata dall’embriologo in relazione alla qualità dei gameti, all’età della paziente e al tipo di trattamenti attuati in precedenza.

5) Posso avere figli dopo la legatura delle tube?

Si, mediante la fecondazione in vitro (FIVET).

6) È possibile scegliere il sesso del feto?

Non è possibile scegliere il sesso del feto perché il meccanismo a carico dei cromosomi è del tutto casuale. È possibile sapere il sesso dell’embrione prima del trasferimento in utero mediante la Diagnosi Pre Impianto.

7) Quanto tempo ci vuole perché l’embrione si impianti?

L’impianto ha luogo dopo circa 5-6 giorni dalla fecondazione.

8) È utile assumere il progesterone dopo il trasferimento embrionario?

Si, è somministrato progesterone a tutte le pazienti durante la fase luteale: Ia sua azione è quella di rendere l’endometrio più recettivo all’embrione. Il deficit di progesterone può provocare fallimento dell’impianto dell’embrione.

9) Questa tecnica è indicata se lo spermiogramma risulta alterato?

Sì, se il liquido seminale presenta alterazioni gravi bisognerà ricorrere alla tecnica ICSI (microiniezione citoplasmatica di spermatozoi).

10) Posso fare attività fisica durante un trattamento di Fecondazione Assistita?

È meglio sospendere l’attività fisica, soprattutto perché le ovaie aumentate di volume sono più soggette a traumi e torsioni. Sì a yoga e stretching.

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