Metodi di prevenzione

Cos’è la fertilità?

La fertilità, che esprime la capacità di donne e uomini di riprodursi, è un bene da tutelare e preservare sin dall’infanzia, perché è fortemente influenzato dall’età.

La fertilità è particolarmente importante per la donna, le cui cellule riproduttive (gli ovociti) nel tempo diminuiscono come numero (già a partire dai 35 anni) e diventano meno efficienti, con maggiore probabilità di manifestare problemi genetici.

La causa maggiore d’infertilità femminile è, infatti, proprio l’età materna avanzata.

L’uomo ha la capacità di produrre spermatozoi durante tutta la vita, ma il loro numero, la concentrazione e la qualità peggiorano dopo i 40 anni con un aumento delle anomalie di origine genetica.

Si stima che in Italia circa il 15% delle coppie sia infertile.

L’infertilità può dipendere in ugual misura dalla donna e dall’uomo. Tra le cause ci sono spesso patologie prevenibili e comunque facilmente curabili se affrontate tempestivamente.

L’informazione è quindi il cardine della prevenzione primaria.

Come favorire il concepimento?

  • Alimentazione corretta
  • Assumere acido folico
  • Svolgere attivita fisica regolare
  • Assumere integratori e vitamine
  • Adeguata valutazione ormonale
  • Effettuare controlli andrologici e ginecologici regolari
  • Effettuare un consulto specialistico sulla fertilità

Cosa incide sulla fertilità?

1) ALIMENTAZIONE

La fertilità può essere compromessa dal consumo di alcuni alimenti.

Scegliere con cura gli alimenti da inserire nella propria alimentazione è quindi un atto d’amore, tanto più se il desiderio è quello di far arrivare la cicogna!

ZUCCHERI

Gli estrogeni hanno un equilibrio influenzato dall’insulina. Ciò significa che un consumo eccessivo di zuccheri e alimenti ad alto carico glicemico può favorire un elevato livello di estrogeni.

E troppi estrogeni, o troppo pochi, sono causa di numerosi disturbi ormonali e patologie: irritabilità, mal di testa premestruale, craving dei carboidrati, aumento del grasso a livello della pancia, ritenzione idrica, pelle impura, fino alla sindrome dell’ovaio policistico.

Attraverso l’alimentazione possiamo infatti modulare i nostri ormoni e garantirci i nutrienti essenziali per vivere in salute e con l’equilibrio ormonale ottimale.

CARBOIDRATI SEMPLICI RAFFINATI

Una dieta ricca di carboidrati semplici raffinati è associata a infertilità e cicli anovulatori.

Diversi studi hanno dimostrato come una dieta ricca di zuccheri aumenti del doppio le probabilità di avere cicli senza ovulazione.

Tutto ciò è dovuto proprio al picco di glicemia (e di conseguenza di insulina) causato dal consumo di zuccheri semplici.

Queste impennate di glicemia e insulina influiscono negativamente sull’apparato riproduttivo e sulle funzioni ormonali.

Sono quindi da evitare: zucchero (bianco, di canna), dolci, fruttosio, bibite zuccherate e succhi di frutta, cocktail analcolici, dolci e merendine confezionati, farine 00. Inoltre sarebbe consigliabile abbinare una fonte di proteine e/o grassi a un pasto a base di cereali.

GRASSI SATURI

L’infertilità aumenta nelle donne che consumano grassi saturi e trans. Questi grassi si trovano nelle carni grasse da allevamento intensivo e in (quasi) tutti i prodotti industriali contenenti grassi idrogenati e oli vegetali.

CAFFEINA

La caffeina contribuisce al “furto di pregnenolone”. Un termine difficile, che riassunto significa questo: più caffeina, meno pregnenolone, meno progesterone, meno probabilità di rimanere incinta.

Siete amanti del caffè? Concedetevene al massimo uno-due al giorno, senza zucchero. O ancor meglio potete sostituirlo con una bella tazza di caffè d’orzo o di tè verde.

2) PESO CORPOREO

Il peso corporeo giusto può essere valutato mediante l’indice di massa corporea o BMI (Body Mass Index) che si ottiene dividendo il peso (in kg) per il quadrato dell’altezza (in metri).

L’ottimale sarebbe mantenersi per tutto l’arco della propria vita nella fascia normopeso, identificata da un BMI compreso tra 18,5 e 25.

Un eccessivo peso corporeo (BMI oltre il 25), oltre allo stato nutrizionale, influisce negativamente sulla fertilità, perché l’eccesso di grasso contribuisce a un aumento dei livelli di estrogeni.

Alti livelli di estrogeni inibiscono l’ovulazione causando cicli anovulatori. Inoltre il sovrappeso porta a un maggior rischio di aborti e macrosomia (bambino grande, con tendenza al sovrappeso in età adolescenziale-adulta).

Il rapporto peso-fertilità non è importante solo per le donne, ma anche per l’uomo. Nell’uomo un eccesso ponderale può portare a una minore concentrazione e motilità degli spermatozoi.

Un eccessivo sottopeso può compromettere l’ovulazione e la capacità di concepimento. La scarsità di massa grassa comporta bassi livelli di estrogeni e sporadicità o assenza delle mestruazioni. Anche la qualità del muco cervicale ne può risentire. Ecco perché fertilità e peso sono legati ed importanti.

3) INTERFERENTI ENDOCRINI

Ci sono sostanze con cui veniamo in contatto quotidianamente che possono influire sulla fertilità. Si tratta in particolare di sostanze plastiche che si trovano in tantissimi imballaggi e prodotti per la cura della persona e della casa: BPA e ftalati. Gli effetti biologici del BPA coinvolgono il nostro sistema ormonale: interferiscono con l’attività degli estrogeni, del testosterone e degli ormoni tiroidei.

I ricercatori di Harvard hanno portato avanti degli studi, dai quali è emerso che il BPA non solo diminuisce la qualità degli ovociti, ma interferisce anche con l’ambiente dell’utero, in modo da ridurre la possibilità di impianto per gli embrioni. Inoltre, limitare l’esposizione al BPA potrebbe essere utile anche in caso di ovaio policistico. Diversi studi hanno mostrato che i suoi livelli sono più alti nelle donne con PCOS, quindi per loro sarebbe ancora più utile evitarne un’esposizione eccessiva.

4) FUMO

I danni del fumo sulla fertilità della donna sono dovuti all’influenza delle sostanze tossiche sulla maturazione degli ovociti. I metaboliti della nicotina arrivano nel liquido follicolare e aumentano la distruzione dei follicoli. Più si fuma, più si hanno danni.

Anche attraverso il fumo passivo! Il fumo di sigaretta sull’uomo provoca un peggioramento della qualità del liquido seminale in termini di quantità, morfologia e motilità degli spermatozoi. Il fumo influisce sulla fertilità degli uomini fumatori provocando nello sperma fenomeni di ossidazione da parte dei radicali liberi.

5) ALCOL

Non è da bandire assolutamente, ma è consigliabile moderarne il consumo.

L’alcol danneggia gli organi riproduttivi, perché interferisce con la produzione di gonadotropine, ormoni che hanno un ruolo fondamentale nel preservare la salute di ovaie e testicoli. Il danno, ovviamente, dipende da cosa e quanto si beve. Sarebbe bene non superare 1-2 unità alcoliche (1UA = 1 bicchiere di vino; 1 lattina di birra) al giorno.

Più gravi gli effetti del binge drinking, ovvero il consumo di grandi quantità di alcolici in poco tempo: il classico sabato sera! Un bicchiere ogni tanto non influisce in maniera considerevole sulla fertilità, ma meglio iniziare a rinunciarvi quando si ricerca da tempo un bambino.

6) ATTIVITÀ FISICA

La sedentarietà compromette moltissimo la fertilità, così come lo sport eccessivo. Serve una via di mezzo. Il movimento e l’attività fisica deve essere qualcosa di piacevole, che aiuta ad aumentare la consapevolezza del proprio corpo, dei propri muscoli.

Fate ciò che vi piace di più, ma fatelo con costanza. Trovo utile lo yoga per aumentare e nutrire ancora di più il percorso di tutela della propria fertilità: aiuta ad aumentare la consapevolezza del corpo femminile, ad accettare ciò che siamo, ad arrotondare la linea del respiro e anche a creare lo spazio che serve per creare una nuova vita.

7) STRESS

Lo stress comporta la produzione dell’ormone alfa amilasi e recenti studi hanno messo in luce quanto in questi casi la possibilità di avere una gravidanza sia alquanto ridotta.
A ciò si associa un deficit di Prolattina ed LH che possono indurre alterazioni nel ciclo mestruale ed ovulatorio.

8) INFEZIONI VIRALI E BATTERICHE

Possono provocare infiammazioni e alterazioni degli apparati riproduttori maschili e femminili, causando di conseguenza infertilità.
In particolare, le infiammazioni dell’apparato femminile sono proprio una delle cause più diffuse di questa condizione.

9) MALATTIE A TRASMISSIONE SESSUALE

Esistono infezioni che causano infertilità, ossia che, in termini pratici, ostacolano il concepimento di un figlio.

Spesso si tratta di infezioni cervicali che interessano il collo dell’utero, causate da microorganismi come la Clamidia, l’Ureoplasma oppure il Micoplasma.

Queste infezioni che causano infertilità sono sessualmente trasmissibili e talvolta rimangono ignorate perché sostanzialmente asintomatiche.

In alcuni casi, possono generare qualche linea di febbre e dolori nell’area pelvica. In altri casi, possono generare un’infiammazione cronica a livello dell’endometrio, il tessuto di rivestimento interno dell’utero. In questa circostanza, l’infiammazione può impedire l’impianto dell’embrione, oppure provocare aborti spontanei durante il primo trimestre di gravidanza.

Nell’uomo la malattia a trasmissione sessuale più diffusa è la Clamidia che, assieme alla Sifilide (o lue), alla Gonorrea e alle infezioni da Papillomavirus, può portare all’infertilità.

Se l’infezione è asintomatica, non diagnosticata o si è soggetti a più episodi infettivi il rischio di infertilità aumenta, perché spesso le infezioni asintomatiche tendono a propagarsi dall’uretra alla prostata e da qui, per via canalicolare, fino all’epididimo, i cui delicati tubicini vengono danneggiati fino a ostruirsi. Questo comporta una riduzione del numero di spermatozoi emessi e un’alterazione della loro qualità.

Paradossalmente un’infezione acuta, quindi con secrezioni uretrali, forti disturbi a urinare o febbre, è meno pericolosa per la fertilità perché l’individuo si spaventa e si rivolge al medico che fornisce le cure antibiotiche opportune.

Se il paziente soffre di infezioni acute ricorrenti bisogna sospettare una malformazione delle vie seminali che favorisce lo scatenarsi di queste infezioni, oppure bisogna pensare che l’esposizione al germe si ripeta nel tempo, quindi sarebbe necessario indagare anche la partner.

Vale la pena segnalare poi che anche il semplice spermiogramma può far sospettare la presenza di un’infezione quando siano presenti più di 1 milione/ml di globuli bianchi.

In che modo si fa prevenzione?

L’unico modo è quello di evitare rapporti sessuali a rischio e utilizzare il condom, sebbene la garanzia non sia assoluta.

Quando si ha il sospetto di aver avuto rapporti a rischio sono indicate le ricerche su sangue di HIV, epatite C e lue.

Un tampone uretrale consente di identificare i classici batteri come la Chlamydia Trachomatis e l’Ureaplasma Urealyticum, facilmente curabili con antibiotici. Attualmente nel maschio è anche possibile diagnosticare la presenza di Papilloma virus nell’uretra. Questa prevenzione secondaria consente di evitare la trasmissione di infezioni alla partner.

10) ESPOSIZIONE A SOSTANZE TOSSICHE

Nella donna, esistono rischi occupazionali associati a riduzione della fertilità, legati soprattutto alla presenza di alcune sostanze tossiche.

In particolare, gli eteri etilene glicoli, solventi utilizzati in varie industrie (componenti elettronici, fotografia, stampe di tessuti…), assorbiti rapidamente per inalazione, ingestione e contatto cutaneo, sembrano avere effetti di riduzione della fertilità sia maschile che femminile.

Stessa azione sembra legata anche a pesticidi utilizzati in agricoltura e vari solventi organici, quali toluene, formaldeide, acetone, exani, utilizzati in varie industrie (legno, stampa, fabbricazione di scarpe…).

Anche i turni di lavoro, soprattutto notturni, sembrano ridurre la fertilità femminile.

Nell’uomo, varie sostanze chimiche possono alterare la spermatogenesi e ridurre la fertilità. Tra queste: farmaci (ormoni, antibiotici, beta-bloccanti, antiblastici…), droghe (cocaina, oppioidi, cannabis, anabolizzanti…), tossici ambientali (pesticidi, ftalati, diossine, metalli pesanti, insetticidi…).

Anche l’ipertermia scrotale è una causa riconosciuta di infertilità maschile, attraverso vari meccanismi considerati a rischio dispermia (uso crescente di personal computers, spesso appoggiati sulle cosce, vicino ai genitali; guida prolungata di auto o camion; uso di mutande attillate; uso frequente e prolungato di saune e bagni turchi; professioni come cuochi, pizzaioli, fuochisti, lavoratori siderurgici….).

11) COMPLICANZE DI INTERVENTI CHIRURGICI

Nella donna, spesso, un problema di infertilità può essere legato ad interventi chirurgici a cui si è sottoposta anche molti anni prima, che possono aver creato:

  • Aderenze post-operatorie con interessamento tubarico (nella chirurgia pelvica e addominale, dall’appendicectomia alla miomectomia, al trattamento di cisti ovariche, soprattutto endometriosiche).
  • Riduzione del parenchima ovarico con alterazione della riserva ovarica (nella chirurgia pelvica soprattutto per endometriosi ovarica).
  • Aderenze e sinechie endocavitarie (la cosiddetta sindrome di Asherman, di solito legata a revisioni di cavità in seguito ad un aborto, a un’emorragia post-partum, a isteroscopia operativa per miomectomia/resezione di setto uterino, a interventi di parto cesareo).

La riduzione di queste complicanze, e quindi la prevenzione di queste forme di infertilità iatrogena, passa attraverso la preparazione dei chirurghi, generali e ginecologi, all’utilizzo di tecniche chirurgiche mininvasive, aderendo a principi generali di estremo rispetto dei tessuti e attenzione ai sanguinamenti.

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