Oggi, sempre più donne sono costrette a posticipare o addirittura rinunciare al loro progetto di maternità.
Stili di vita, ricerca della stabilità economica, affermazione professionale o problemi di salute, sono solo alcuni dei fattori che possono portare una donna a posticipare il suo progetto di maternità.
La metodica del Social Freezing, ovvero la vitrificazione degli ovociti a proprio beneficio futuro, offre una nuova possibilità alle donne in età fertile, per le quali sarà possibile preservare la propria fertilità, per accedere successivamente alle procedure di procreazione medicalmente assistita qualora non si riesca a concepire in modo spontaneo. Ciò consente così una pianificazione della gravidanza nei diversi scenari e contesti sociali e in relazione alle scelte e al vissuto di ogni singola donna.
Essa è attuabile quando la riserva ovarica risulta mantenuta e nella norma.
Per riserva ovarica si intende il patrimonio follicolare, e quindi ovocitario, presente in un determinato momento della vita di una donna.
La perdita progressiva del potenziale di fertilità che si verifica nelle donne con il passare degli anni è essenzialmente dovuto al declino quantitativo, oltre che qualitativo, dei follicoli ovarici; un processo che diventa più rapido dopo i 35 anni, quando oltre alla riduzione del numero totale di follicoli aumentano anche, in maniera considerevole, le alterazioni della struttura degli ovociti stessi.
Inoltre, in determinate condizioni, il patrimonio follicolare potrebbe essere notevolmente ridotto anche in donne di età più giovane.
Per esempio, potrebbero essere esposte ad un rischio precoce di riduzione della capacità ovulatoria le donne sottoposte in passato a chirurgia pelvica con asportazione di tessuto ovarico (asportazione di cisti ovariche, endometriomi, neoplasie borderline, cisti dermoidi) come anche le donne che appartengono a famiglie con positività per menopausa precoce od ancora le donne che hanno vissuto l’esperienza di un tumore maligno e che sono state sottoposte in passato a chemio e/o radioterapia .
In queste ed altre condizioni, che possono essere responsabili di una ridotta fertilità ovarica, è opportuno valutare tempestivamente la riserva ovarica di una donna, al fine di offrire adeguati trattamenti terapeutici.
COME VIENE EFFETTUATO IL SOCIAL FREEZING?
Il trattamento si articola in diverse fasi: colloquio preliminare presso il mio studio, valutazione della riserva ovarica mediante dosaggio ormonale (AMH, FSH, 17 beta estradiolo in fasefollicolare) e ecografia trans vaginale con conta dei follicoli antrali e misurazione della volumetria ovarica.
Inoltre sono previsti esami diagnostici e infettivologici di legge, stimolazione ovarica, monitoraggio ecografico e ormonale dell’ovulazione, prelievo degli ovociti, congelamento in azoto liquido (-196° C) e conservazione degli ovociti.
La criopreservazione dei gameti e dei tessuti umani ha il ruolo di mantenere inalterata la struttura e la funzione delle cellule, per un loro utilizzo nel tempo, mediante tecniche di congelamento che fanno uso di sostanze speciali (cosiddetti “crioprotettori”) per evitare al materiale biologico i danni legati alle basse temperature. Nella procreazione assistita, questo ruolo di mantenimento è essenziale, sia per la criopreservazione degli ovociti o degli spermatozoi di donatori sani o affetti da patologie che li colpiscono direttamente o secondariamente alle terapie effettuate ( chemio o radioterapia ), sia semplicemente per poter ritardare il momento del concepimento.
I principali vantaggi di questa tecnica includono:
- Conservazione di gameti ed embrioni per uso futuro al fine di evitare la ripetizione della stimolazione ovarica.
- Possibilità di procreare per pazienti neoplastici in attesa di chemio o radioterapia;
- Minor rischio di gravidanze multiple, attraverso la riduzione del numero degli embrioni freschi trasferiti.
- Riduzione del rischio di sviluppare la sindrome da iperstimolazione ovarica (OHSS) che rappresenta ancora oggi la più seria complicanza dei regimi di superovulazione.
- Parità tra i sessi nella riproduzione .
- Autonomia riproduttiva: decidere se, con chi e quando avere figli.
- Diventare madre biologica di un proprio bambino.
LA VITRIFICAZIONE COME ALTERNATIVA AL CONGELAMENTO “LENTO”
La tecnica di vitrificazione si basa sull’utilizzo di un’alta velocità di abbassamento della temperatura dell’acqua che, in concomitanza con l’uso di agenti crioprotettivi, che garantiscono una maggiore viscosità cellulare, impedisce la formazione di cristalli di ghiaccio.
Il principio alla base di questa procedura riguarda l’utilizzo di una maggiore velocità di congelamento e scongelamento ovocitario, che permette di ridurre la concentrazione di crioprotettivo necessario a proteggere le cellule dalla formazione dei cristalli di ghiaccio, riducendo il rischio di tossicità per la cellula.
A differenza quindi del congelamento classico, la vitrificazione raffredda le cellule in maniera più rapida.
Per ottenere un’altissima velocità di criopreservazione è necessario porre l’ovocita o l’embrione a diretto contatto con l’azoto liquido (LN2).
Tale procedimento, se da un lato non comporta rischi per il nascituro, comporta qualche rischio di contaminazione con batteri, funghi, virus, metalli pesanti, in contrasto con quanto stabilito dalla direttiva europea sulla manipolazione di cellule e tessuti.
Al giorno d’oggi, le indicazioni per la crioconservazione degli ovociti sono certamente in aumento.
Per molte donne il passare del tempo, motivazioni sociali ed economiche, nega loro la possibilità di diventare madri in età relativamente giovani costringendole a ritardare la programmazione di una famiglia anche oltre i quarantanni di età.
Epoca in cui si assiste ad una riduzione del tasso di fecondità ed aumento dei tassi di aborti spontanei oltre che un aumento del rischio di avere un bambino con anomalie cromosomiche come la sindrome di Down.
Crio- preservando i propri ovociti in giovane età, le donne hanno la possibilità di rinviare la propria maternità al momento più opportuno.
PERCENTUALI DI SUCCESSO NEL MIO CENTRO DI PMA?
Età inferiore ai 35 anni.
- Percentuale di sopravvivenza allo scongelamento: 96%
- Percentuale di fecondazione del materiale scongelato: 97%
- Percentuale cumulativa di gravidanza: 73%